Ripulito tutto, si riparte cercando di mettere a posto il sito. Mentre il coro si esibisce nei suoi concerti natalizi.
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Mezzogiorno.
“Felicità! Felicità! Vuoi forse cantare anima mia? Tu giaci nell’erba. Ma questa è l’ora segreta solenne, in cui nessun pastore soffia nel flauto. Guàrdatene! L’ardente meriggio dorme sui campi. Non cantare! Zitta! Il mondo è perfetto.
Non cantare, capinera, anima mia! Non bisbigliare neppure! Guarda – zitta! Il vecchio meriggio dorme, muove la bocca: non sta appunto bevendo una goccia di felicità – una vecchia bruna goccia di felicità aurea, di aureo vino? Qualcosa guizza su di lui, la sua felicità ride. Così ride un dio. Zitta!”. F. Nietzsche, Così parlò Zarathustra.
Il rosa, il giallo e il nero.
Il sole del Meridies
è il sol dell’avvenire
e dopo che l’occaso
la notte annuncerà
l’aurora sulle tenebre
rosata trionferà.
In sempiterno cerchio
il tempo torna ancora.
Il mezzogiorno scocca
e l’essere rinasce
per quelli che ritrova.
Un canto da ogni bocca
novello rifiorisce.
Un mezzogiorno a ognuno
è dato di provare.
In questa ruota siamo
sottrarci non possiamo.
l’inizio è buono, sobrio e chiaro! …grazie Alberto!